martedì 14 febbraio 2012

1952 " Carosello di Washington "

20 LUGLIO 1952: L’AVVISTAMENTO DI WASHINGTON.

Quello avvenuto nel 1952 sui cieli di Washington è un classico esempio di come è sempre stato evidente il fenomeno UFO e quanto sia vero che ci siano testimonianze più che documentate, anche dalle autorità, oltre che da normali cittadini.
Questo episodio, fu un classico negli anni 50/60, ma non tutti ne sono al corrente. Quella notte gli U.F.O. sfrecciavano nei cieli sopra la Capitale a velocità incredibile, come 5.000 miglia orarie, quando i più moderni jets di allora erano in grado di superare appena la barriera del suono, cioè i 1.250 Km/h.

IL FATTO ...

Quella notte nei cieli di Washington successe qualcosa di assolutamente inaspettato, che riguardò non solo la Capitale ma anche i dintorni. I controllori del Centro Controllo Traffico aereo dell’Aeroporto Nazionale di Washington erano intenti a mantenere sotto sorveglianza sia gli aerei in avvicinamento e di decollo fino a 10 miglia dall’aeroporto, che seguire gli aerei in volo, per centinaia di miglia, in modo da affiancare i piloti nelle manovre di avvicinamento o di partenza in aerovia, di assicurarne le procedure e di prestare assistenza in caso di necessità.
Le condizioni meteorologiche erano ottimali e gli otto esperti del Traffico Aereo insieme al capo controllore Harry G. Barnes, intorno alla mezzanotte di quel 20 luglio, si sistemarono per il loro turno. Tutte le strumentazioni erano assolutamente funzionanti ed il segnale radar scandiva con un “bip” ogni 10 secondi (il tempo necessario per un giro dell’antenna radar) la nuova posizione dell’aereo che stavano monitorando, potendone così stabilire posizione, velocità e direzione.
Erano le 00.30 quando il controllore Barnes prese servizio presso il tavolo del capo, lasciando il monitoraggio del radar agli altri controllori Ed Nuggent, Jim Ritchey e James Copeland. Ma alle 00.40 esatte qualcosa comparve sul radar principale: ben sette tracce a netti contorni apparvero improvvisamente sullo schermo. I controllori rimasero sbigottiti: quei velivoli per comparire dal nulla sarebbero dovuti penetrare ad una velocità vertiginosa per poi rallentare in direzione sud-ovest del quadrante, dove il radar li aveva rilevati.
Scattò immediatamente l’allarme e il controllore Barnes si affrettò a chiamare la Torre di Controllo per avere conferma. L’operatore Howard Cocklin gli rispose confermando la presenza delle sette strane macchine volanti sui loro schermi e che addirittura, con il binocolo, era possibile vederne una che emanava un vivido colore arancione. Immediatamente partì la comunicazione al Comando di Difesa Aerea e nel frattempo le macchine si erano distanziate: due si trovavano sulla Casa Bianca e una sul Campidoglio, entrambe aree da sempre proibite al sorvolo da parte di qualsiasi velivolo. Il capo controllore Barnes, tenendo continuamente sotto controllo il radar, si mise in contatto con l’aeroporto di Andrews, di là di Potomac, nel Maryland, chiedendo se anche loro rilevavano qualcosa: ovviamente la risposta fu affermativa. Chiese allora di effettuare lo Scramble (decollo su allarme di caccia intercettori) ma gli venne risposto che i caccia erano momentaneamente a Newcastle, poiché l’aeroporto di Andrew era in riparazione. In realtà però, dopo una mezz’ora, dei caccia sarebbero arrivati da Delaware e testimonianze suggeriscono che degli aerei da Andrews decollarono per intercettare altri UFO rilevati in una zona secondaria.
Il controllore Barnes monitorava gli schemi radars quando, insieme al collega Jim Ritchey, si accorse che uno di quei velivoli si era messo ad inseguire un aereo di linea della Capital decollato da poco. La notizia venne immediatamente comunicata al pilota dell’aereo, un ex capitano combattente, tale Casey Pireman, il quale venne informato della posizione dell’oggetto e dei dati vettoriali per cercare di avvicinarlo. Ma ad un tratto, con grande stupore, dal radar scomparve ogni segnale. Le tracce indicatrici avevano infatti smesso di segnalare la presenza degli oggetti, il che dimostrava l’incredibile velocità a cui viaggiavano. Se infatti fino a quel momento era stata stimata intorno ai 130 miglia orari, per uscire dal campo controllato dal raggio radar in soli 4 secondi, significava che la stessa era salita a più di circa 500 miglia al secondo; tant’è che il pilota dell’aereo di linea non ebbe modo di avvicinarsi al velivolo perché si era alzato e sparito in un batter d’occhio, impiegando dai 3 ai 5 secondi. Ma passarono pochi minuti che sul tracciato radar comparve una traccia che mostrava una virata netta di 90° (cosa impossibile per qualsiasi tipo di aereo, pilota compreso) e ad un secondo giro di antenna radar, si vide chiaramente come il velivolo aveva invertito la direzione di marcia arrestandosi improvvisamente, impiegando solo 5 secondi. A questo si aggiunse la segnalazione di Joe Zacko, operatore che prestava servizio presso un radar ARS, utilizzato per seguire velivoli ad alta velocità, quando sullo schermo comparve questo oggetto che si trovava sopra Andrews e si dirigeva verso Riverdale, ed improvvisamente sparì dal tracciato. La velocità del Disco quindi doveva spaziare intorno ai 2 miglia per secondo, con una velocità di spostamento pari a 7.200 miglia orarie, mentre il movimento effettuato era quello di scendere verticalmente, intersecando il fascio radar ARS, stazionando a quella altezza per qualche secondo, per poi schizzare di nuovo verticalmente verso l’alto uscendo dal campo radar.
In tutto quelle strane macchine volanti avevano spaziato sopra Washington per ben due ore, lasciando poco spazio all’immaginazione: era evidente che gli spostamenti e le manovre effettuate facevano capo ad esseri dotati di una intelligenza superiore, che quella notte compirono una ricognizione dimostrativa sulla capitale, dimostrando la loro netta superiorità equiparata all’impotenza dei controllori e di quanti assistettero a quello spettacolo. Nessuno dei piloti degli aerei in volo riuscì ad avvicinarsi ad almeno uno di essi; addirittura il capo controllore Barnes ebbe la sensazione che i visitatori ascoltassero le loro conversazioni, in quanto si dileguavano in maniera preventiva ogni volta che ai piloti venivano date precise istruzioni per cercare di avvicinarli.
I caccia invece giunsero a Washington intorno alle 03.30 quando i dischi erano spariti. Ma dopo nemmeno 5 minuti che i caccia stessi si erano allontanati, eccoli di ritorno e continuare a scorrazzare sui cieli della capitale, addirittura “scortando” un aereo di linea fino all’aeroporto; il tutto è proseguito fino alle prime luci dell’alba: 5 ore pressoché continuative di sorvolo da parte di oggetti volanti non identificati su uno spazio aereo proibito.
Considerato l’orario in cui accadde la vicenda, furono pochi i testimoni civili, ma il giorno dopo la notizia divenne di dominio pubblico. L’Aviazione si inerpicò in imbarazzanti quanto ridicole giustificazioni, asserendo che gli addetti ai lavori non avevano osservato dei dischi volanti ma che i radars erano difettosi; altri sostennero che nessun caccia era stato visto sorvolare la città e addirittura il Dott. Menzel arginò l’evidente stato di agitazione e preoccupazione popolare dichiarando che le luci che qualcuno poteva aver visto furono provocate dall’inversione termica di quella notte, come risultante delle luci delle auto proiettate verso il cielo. Ma i giornali, i sindacati e i radio-commentatori insistettero affinché si fosse tenuta una conferenza stampa in cui la verità veniva palesa: ovviamente i Servizi Segreti preferirono tacere pur di ammettere l’esistenza di altre forme di vita intelligenti, ma il 26 luglio i dischi tornarono a farsi vedere su Washington.
Erano infatti le 09.08 del mattino quando una corposa formazione di 9 dischi sorvolò i cieli della capitale per ben due ore. L’altezza elevata non permise il loro avvistamento da parte della popolazione ma solo di essere intercettati dai tracciati radar del Centro di Controllo di Washington e di quelli di Andrews, che confermarono manovre di oggetti non identificati. Gli intercettori, anche in questo caso, arrivarono anche in ritardo, ma alcuni dischi li aspettarono, permettendo al Tenente William L. Patterson, pilota del suo F-80 “Shootingstar”, di avvicinarne uno alla distanza di un miglio e di seguirlo per qualche minuto, potendone stimare le dimensioni intorno ai 30 mt. Nel frattempo anche il Servizio Segreto dell’USAF era stato allertato ed era entrato in azione: il Maggiore Dewey Fournet jr., il principale investigatore del Pentagono e due controllori, tra cui Albert M. Chop, monitoravano la situazione.
Anche in questo caso la notizia dilagò per tutto il Paese e per 48 ore l’Aeronautica Militare venne presa d’assalto da quotidiani e network in cerca di spiegazioni. Nonostante le pressioni interne ed esterne al Pentagono, il Generale Samford, capo dell’intelligence dell’Air Force, continuò ad opporsi ad una conferenza stampa, sostenendo che le quello che si era visto in cielo erano solo illusioni ottiche causate dalla rifrazione atmosferica. Ovviamente furono in pochi a credergli ma il tutto nel giro di poco venne messo a tacere e la popolazione si accontentò delle dichiarazioni rilasciate, senza approfondire. Fu così che gli avvenimenti di Washington entrarono a far parte di quegli accadimenti dai contorni poco chiari, ma purtroppo non così “importanti” da essere ricordati come si deve.

BIBLIOGRAFIA
Donald E. Keyhoe, 1953, “Flying sources from the outer space”, TRAD. IT. “La verità sui dischi volanti”, 1954, ed. Atlante (Milano).
www.NICAP.org e www.nicap.org/wnsdir.htm
www.wikipedia.it

PICCOLA BIOGRAFIA
Donald Edward Keyhoe: aviatore statunitense del Corpo della Marina degli Stati Uniti, scrittore di racconti e articoli e direttore del tour promozionale di Charles Lindbergh. Ricercatore responsabile ed accurato, ha condotto fin dal 1955 uno studio approfondito e sistematico sugli UFO, fondando in seguito il NICAP . Lavorò con l'USAF quando ancora le Forze Aeree degli USA non avevano una linea decisa di condotta riguardo l'informazione per il pubblico riguardo gli UFO. Pubblicò alcuni in merito volumi con parziale e implicita approvazione dell'USAF.
Albert M. Chop: Direttore Ufficiale della Stampa della NASA e portavoce di D.E. Keyhoe. Esperto civile dell'Aeronautica Militare degli Stati Uniti, in fatto di UFO, e portavoce Stampa dell'A.T.I.C. e dell’USAF. In una dichiarazione ufficiale disse: “Sono convinto da molto tempo che i dischi volanti sono reali e di origine interplanetaria. In altre parole, noi siamo osservati da esseri che vengono da un altro pianeta".





Lettera originale inviata da Albert M. Chop all’editore presso cui Keyhoe pubblicò il suo libro, a titolo della serietà e della veridicità di quanto riportato riguardo l’avvistamento di Washington. Chop conferma implicitamente che il nostro Pianeta è costantemente visitato da entità evolute e quindi dell’esistenza dei dischi volanti. L’immagine 2 è la traduzione in italiano riportata sul libro “La verità sui dischi volanti” edita in italiano nel 1954.






Le due immagini sopra rappresentano la ricostruzione del tracciato radar degli UFO intercettati la notte del 20 luglio 1952 su Washington. La seconda immagine in particolare: il punto A rappresenta i 7 UFO che comparvero improvvisamente: due si mossero in direzione della Casa Bianca (B) e uno sopra al Campidoglio. Il punto C rappresenta un UFO che abbandona la rotta di un aereo di linea in direzione nord-ovest. Il punto D rappresenta 10 UFO radunati sopra il Campo di Andrews. E illustra la virata di 90° di un UFO comparata con quella di un normale aereo.



Alberto Chop (in piedi sulla destra) insieme al suo team di controllori, monitora il radar che rileva la presenza di vari UFO sopra i cieli di Washington.






Giornali dell’epoca descrivono l’avvistamento della notte del 20 luglio 1952 sui cieli di Washington.










E questo è il tipo di caccia con i quali cercarono d'intercettare gli UFO su Washington: F-94 c "Starfire" (non ancora in grado di essere supersonici), erano armati di razzi e cannone.



Così prepararono la conferenza stampa farza, dopo i fatti di Washington...
Si possono riconoscere (per chi c'era in quell'epoca...) il Gen. Samford (seduto a destra); il Gen. roger Ramey (seduto a sinistra, e "vecchia" conoscenza, per i fatti di Roswell); ed Edward Ruppelt in piedi al centro); insomma una bella combriccola di ..."volponi"!




AlessandroCacciatore
mercoledì 28 dicembre 2011 13.46
Il memo di Winston Churchill, inviato ai segretari di Stato dell'aeronautica americana, in seguito all'avvistamento su Washington D.C.



"In cosa consiste tutta questa faccenda dei dischi volanti? Cosa può significare? Qual è la verità? Mi faccia avere una relazione con Suo comodo."

Aggiungo in oltre la formazione del gruppo Robertson Panel, avvenuto proprio successivamente a questo avvistamento. In merito al Robertson Panel, scrissi tempo fa...

Dal nome del fisico statunitense che diresse il comitato, Howard P. Robertson, esso fu un comitato di studio che venne riunito dalla CIA per quattro giorni consecutivi nel gennaio 1953 a Washington D.C. per occuparsi direttamente del problema UFO.

Sebbene il comitato non ebbe sempre comportamenti ultra-scettici, questi ci si avvicinarono molto. Essendo un gruppo comandato dalla CIA, l'interesse comune era quello di non far allargare il panico nei cittadini, dove all'epoca c'era una forte isteria di massa per colpa dei tanti dischi volanti avvistati non solo in america, ma in tutto il mondo, tanto è vero che l'Italia fu intasata da giornali che parlavano del famoso avvistamento di Washington. Il fattore più grave fu quello che riuscirono col tempo a sminuire l'attenzione del pubblico e degli studiosi militari stessi del fenomeno, difronte a tale problematica.

I membri effettivi del Robertson Panel furono:

Howard Percy Robertson, fisico dipendente della CIA, capo del gruppo per la valutazione dei sistemi d'arma per il Dipartimento della Difesa. Robertson fu nominato direttore del comitato, del quale questo porta il nome

Samuel A. Goudsmit, fisico presso i Brookhaven Nationl Laboratories

Luis W. Alvarez, fisico delle alte energie, che nel 1968 vinse il premio Nobel per la fisica

Lloyd V. Berkner, fisico atmosferico ed ingegnere, ma che prese parte ai lavori del comitato solamente tre giorni dopo il suo inizio (Berkner fu a quanto pare anche membro del gruppo enigmatico Majestic 12)

I membri associati furono Frederick C. Durant, studioso di missilistica e Josef Allen Hynek, astronomo e consulente del Progetto BlueBook.

Hynek successivamente si allontanerà dall'Intelligence e da ogni sorta di apparato militare, una volta che capì (e non fu più scettico sul fenomeno UFO) le intenzioni disinformatrici di tali gruppi, non di certo interessate alla ricerca effettiva.

Durante i successivi quattro giorni, furono analizzati e discussi casi di avvistamenti UFO ritenuti i più attendibili e significativi, e nel finire dei quattro giorni, per un totale di neanche 12 ore di lavoro effettivo, fu tirata giù una conslusione ufficiale, che presentava anche un comportamento - definitivo - da adottare sulla questione UFO. Nelle riunioni si analizzarono alcuni casi molto rilevanti ancora oggi, ritenuti storici per l'ufologia, come il video girato da Nicholas Mariana il 15 agosto 1950 ad alcuni UFO a Great Falls nel Montana, e il video girato da Dilbert C. Newhouse a Tremonton, nello Utah, il 2 luglio 1952. I due video furono accuratamente analizzati da due fotointerpreti della Marina, che confermarono di non riuscire ad indentificare gli oggetti ripresi, ma che sicuramente i video erano autentici.

Alla fine il comitato arrivò a pensare che ogni caso poteva essere spiegato, tuttavia c'erano casi che loro stessi non riuscirono a spiegare scientificamente. In poche parole, l'idea in mezzo quel gruppo era che, anche se c'erano oggetti non identificati, questi erano sicuramente qualcosa, anche se non si riusciva a capire cosa, ma basta che non fossero di natura "aliena". Tra chi presenziò alle quattro riunioni, l'unico davvero sostenitore della teoria extraterrestre degli UFO, era il famoso Donald E. Keyhoe, pilota della Marina, giornalista e successivamente ufologo convinto, autore di uno storico libro sugli UFO, "I Dischi Volanti sono Reali" del 1950.

Al Robertson Panel stava a cuore il problema socio-psicologico della faccenda, il che era chiaro. A loro interessava che non si diffondesse il panico inutilmente tra la popolazione, e fu proprio per questo, e fu fondamentale per come andarono le cose da li in poi, che venne consigliato di attuare una tattica di discretico, il famoso debunking. Si pensava anche di attuare una vera e propria progaganda, riunendo dottori, astronomi, fisici, addirittura creatori di cartoni animati, per indottrinare le persone che tutto quello di non spiegabile, alla fine poteva trovare una spiegazione. Certo, alla fine quello che loro fecero era giocare con il loro stesso potere, e con l'ignoranza delle persone, che finalmente stavano respirando un clima tranquillo dopo il finire del secondo conflitto mondiale. Tutto questo alla fine servì per sminuire l'attenzione del pubblico, e la loro passione quindi, sul fenomeno UFO. Esso doveva diventare assolutamente noioso, inutile, senza senso, inesistente, in modo tale che l'Intelligence e l'aeronautica a sua volta, si scollassero di dosso questo enorme peso sulle spalle, che di certo non faceva a loro comodo. Il fenomeno UFO infatti fu talmente marcato, che i tanto famosi e letti Pulp Magazine e fumetti di stampo super-eroistico come la Detective Comics o l'Action Comics, letti e riletti in continuazione, iniziarono a perdere molti lettori, che erano sempre più interessati a seguire l'evolversi del fenomeno dei dischi volanti.

Il Robertson Panel tuttavia, suggerì addirittura di controllare le attività dei primi gruppi ufologici privati, che all'epoca stavano timidamente nascendo. Per il comitato infatti, i gruppi ufologici privati di studio, erano un bel problema, perché a quanto pare le masse erano condizionate dai loro giudizi in merito al fenomeno, e per questo dovevano essere "lavorati". Si affermò, addirittura, che il comportamento dei gruppi ufologici era in realtà irresponsabile e non si nascondevano possibili "usi sovversivi" su di essi.

Infine, si concluse anche che:

Le agenzie nazionali addette alla sicurezza intraprendano passi immediati per privare gli Oggetti volanti non identificati dello status speciale che è stato dato loro e dell'atmosfera misteriosa che hanno purtroppo acquisito.

Sebbene non tutte le manovre d'azione furono attuate realmente dai vari enti governativi, fu un dato di fatto che subito dopo il Robertson Panel, il progetto Blue Book iniziò ad abbassare il suo livello qualitativo di studio, portandolo alla chiusura definitiva tempo dopo.

In definitiva, come anche confermato da Allen Hynek, successivamente nel 1972, e anche dagli ufologi Lawrence Fawcett e Barry Greenwood, il Robertson Panel era solamente un comitato atto alla propaganda politica, alla disinformazione del fenomeno UFO, non alla sua reale comprensione, con utilizzo di metodo scientifico, anzi, tutt'altro.

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