martedì 26 luglio 2011

UFO: AERONAUTICA E AVIAZIONE TESTIMONI DI UN INCREDIBILE AVVISTAMENTO IN GRECIA

L'avvistamento e il tentativo di intercettazione sono avvenuti nei cieli di Atene. E' passato oltre un anno dall'evento, ma solo oggi i media nazionali in Grecia sono stati in grado di ottenere informazioni e stanno dando ampio risalto alla notizia, tenuta meticolosamente segreta dalle forze aeree militari greche e dall'aviazione civile, entrambi coinvolte nel bizzarro avvistamento avvenuto l'11 ottobre del 2007 alle ore 3.20 di notte.
E' emersa la registrazione audio, in lingua originale, del dialogo tra il pilota dell'aereo di linea e la torre di controllo ed è stato addirittura reso pubblico il documento ufficiale che ordinava a due F-16 in dotazione all'aeronautica greca, di intercettare l'ufo.
Il tutto è cominciato quando il capitano del volo 266 della Olympic Airways diretto da Atene a Londra, ha notato uno strano oggetto muoversi in modo anomalo nella zona ovest di Atene.
L'oggetto era somigliava ad una stella, ma molto più grande e luminosa e cambiava continuamente la sua forma.
Nello stesso momento, anche i capitani di altri due voli della Olympic Airways, il 730 diretto a Kos e il 700 diretto a Rodi, hanno segnalato la stessa anomalia.
Il tutto è stato confermato anche dalla torre di controllo dell'aeroporto di Atene, i cui impiegati hanno potuto osservare di persona l'oggetto muoversi verso Karystos, una piccola città sull'isola di Eubea.
A quel punto l'aviazione civile ha pensato bene di contattare le forze aeree militari, che hanno però risposto di aver già avvistato l'oggetto, che viaggiava a velocità incredibile, dalla stazione radar del monte ateniese Parnitha.
Il presidio della stazione radar ha descritto l'ufo come grande, di forma insolita ed incredibilmente luminoso, nulla di riconducibile a mezzi aerei conosciuti. L'oggetto è anche stato fotografato dai militari della stazione ma ad oggi non sono state rese pubbliche le foto.
Due F-16 sono stati inviati per intercettare l'ufo, mentre le varie torri di controllo ne monitoravano la posizione e i movimenti.
A quel punto l'oggetto è letteralmente schizzato via ad una velocità impossibile e i caccia non sono stati in grado di identificarlo da vicino.
La cosa ancora più anomale è che mentre sia i membri dell'aeroporto di Athene che quelli della stazione radar hanno potuto osservare chiaramente l'oggetto in cielo, tanto da poter scattare fotografie, i radar non hanno registrato nulla.
I media greci, che ripropongono in questi giorni la notizia, pongono l'accento sul deplorevole tentativo di cover-up portato avanti dalle istituzioni locali, nel tentativo di insabbiare fino ad oggi la vicenda.
Addirittura, nonostante le conferme di 3 capitani di aerei di linea, delle torri di controllo e della stazione radar e nonostante l'impiego di due F-16 per intercettare l'oggetto, qualche esponente ufficiale del governo avrebbe asserito che si trattava semplicemente del piante Venere, scambiato per errore da tutti per un oggetto volante non identificato.
Se così fosse, vista l'esperienza e il ruolo delle persone coinvolte, questo sarebbe ancora più preoccupante che avere ufo alle porte di casa.

http://www.terninrete.it/headlines/articolo_view.asp?ARTICOLO_ID=166745
Il 6 maggio 1978, gli abitanti delle località di frontiera di Argentina e Bolivia, in una zona che incomincia da un punto con la Repubblica del Paraguay, guardarono il cielo. Un brusio penetrante fece alzare la vista all'unisono e, ancora oggi, migliaia di persone ricordano lo straordinario avvenimento: una figura ovoidale di fattezze metalliche, dalle dimensioni di un pallone da calcio e incandescente, attraversa il cielo da est a ovest, a una enorme velocità, apparentemente fuori controllo e in una situazione di caduta libera.



L'oggetto volante non identificato (UFO) scomparve all'orizzonte, ma pochi secondi dopo si udì una tremenda esplosione e le località della provincia di Salta, Aguas Blancas, Salvador Mazza, Los Toldos e Sant a Victoria Oeste incominciarono a tremare, ivi incluse le località del conglomerato boliviano di Tarija, Padcaya, La Mamora, Las Canas e Bermejo, solo per citarne qualcuna.

Tutto stava ad implicare che lo strano apparato fosse precipitato in qualche punto della frontiera binazionale.

La Gendarmeria Argentina, per disposizione del capo dello Escuadron 20 "Oran", il comandante Juan Nicasio Boari, inviò tre pattuglie al Parco Nazionale Baritù per verificare se un UFO o qualcos'altro si fosse schiantato contro il terreno. Allo stesso modo, inviarono degli aerei del compartimento, stesso dicasi della Fuerza Aérea Boliviana che inviò, nella zona del probabile impatto, squadriglie aeree e terrestri.

Una squadra di scienziati dell'Università "Misael Saracho" di Tarjia, guidata dal fisico argentino Orlando Bravo, annunciò che erano stati in grado di determinare, con certezza, il punto di impatto, in territorio boliviano, in una catena montuosa situata di fronte alla popolazione argentina di Mecoyita, a Santa Victoria Oeste.

Immediatamente, la "Comision Boliviana de Energia Nuclear" inviò nella zona una squadra di scienziati, sotto il comando del capitano di corvetta, Francisco Mariaca.

Si organizzò una spedizione che doveva partire con un elicottero militare boliviano e alla quale avrebbero fatto parte un giornalista (Antonio Abarzua) e il fotografo Luis Benjamin Arias del "El Tribuno". Quando tutto era pronto all'aeroporto di Tarjia per cominciare la missione, atterrò sulla pista un aeroplano della USAF (United States Air Force) americana, dal quale scesero il colonnello John Simmos e il capitano John Heide. Entrambi andarono a parlare con il capo della base locale, colonnello Jorge Molina Suarez. Interrogati dalla stampa, negarono che la loro presenza a Tarjia fosse in correlazione con l'UFO. E, dopo aver trascorso circa 2 ore in città, salirono sul loro aereo e se ne andarono.

Pochi minuti dopo, il colonnello Molina informa che l'elicottero della spedizione si era rotto e che coloro che intendono partecipare alla missione devono camminare a piedi, organizzando per i volontari due asini carichi di cibo e tende e una squadra militare, composta da un tenente e quattro soldati.

Il quotidiano "El Tribuno", la squadra del dottor Orlando Bravo oltre al giornalista di Buenos Aires di "Canal 13" César Mascetti e il suo cameraman, Oscar Isse, partirono a piedi. Lungo la strada, la gente del posto raccontò che per giorni una decina di elicotteri hanno operato sulle montagne. Dopo due giorni di cammino, la spedizione raggiunse Mecoya, a circa 5.000 metri. E, raggiunto il punto di impatto, incontrarono un panorama desolato: una collina, El Salle, totalmente distrutta, con un cratere di 1.500 metri di lunghezza, 800 di larghezza e circa 50 metri di profondità. Le rocce erano cristallizzate per il calore alla base, altre disseminate in un area molto maggiore, ma niente di più. Gli abitanti di Mecoya raccontarono: "se cercate i resti di quello che è caduto, è stato già preso dai gringos (ndr americani)".

Guatemala: elicottero militare alla ricerca di un UFO

La notizia è stata pubblicata poche settimane fa dal CIFEEEAC (Centro Investigador de Fénomenos Extraterrestres, Espaciales y Extraordinario A.C.) ed è un caso che sarebbe accaduto precisamente il giorno 16 aprile 2011.

Un testimone, che ha voluto rimanere anonimo, ha inviato la sua segnalazione a Alfonso Salazar Mendoza (tecnico aeronautico).

In quel giorno, i residenti della zona residenziale vicino all'aeoporto "La Aurora" della città di Guatemala (capitale della nazione omonima) sono stati testimoni dell'avvistamento di strane luci notturne nel cielo. A quanto pare i radar militari avrebbero rilevato un UFO e fu inviato un elicottero Bell 212 per cercare di intercettare il misterioso intruso.

Il testimone, l'unico - fino ad ora - che è uscito a galla per parlare dell'episodio, ha dichiarato che "io vivo nella Zona 13 e per un paio di volte ho visto delle luci che hanno sorvolato una zona vicino casa mia (a circa 5 minuti dall'aeroporto). La seconda e ultima volta vidi una forte luce gialla come collocata sopra un largo oggetto, che salì di colpo (come da 0 a 1000 chilometri orari in un secondo!!!). Dopo tre minuti la sua scomparsa, ho notato dalla mia finestra un elicottero della FAG (Fuerza Aérea Guatemalteca) sorvolare la stessa zona dove io vidi la luce"

Pilota russo: "Aeronautica e KGB hanno frammenti di UFO"

In questi giorni si è tenuto l'ottantesimo anniversario della nascita di Marina Popovich, ex colonnello delle Forze Aeree dell'ex Unione Sovietica, ingegnere e leggendario pilota colladuatore sovietico (107 record mondiali di volo su 40 tipi di velivoli). Nata il giorno 20 luglio 1931, è stata sposata con l'astronauta Papel Popovich, matrimonio poi finito con un divorzio.

E' sempre stata una battagliera in tema UFO, lottando strenuamente contro il muro di censura presente in quei determinati anni nell'ex Unione Sovietica. Tra l'altro, ha scritto alcuni libri sulla tematica tra cui "UFO sul pianeta Terra" pubblicato come prima edizione nel 2003 (ndr inedito in Italia).

Marina Popovich ha fatto parte della Commissione Studio Fenomeni Aerei Anomali presso la prestigiosa Accademia delle Scienze Russa.

Nel 1991 fece scalpore nell'opinione pubblica (ndr dichiarazioni oggi totalmente dimenticate) con delle affermazioni quanto meno intriganti. La Popovich ammise che "le Forze Aeree sovietiche e il KGB hanno a disposizione frammenti di cinque UFO precipitati. Il materiale è stato esaminato scientificamente e si è giunti alla conclusione che non potevano essere stati prodotti sulla Terra, utilizzando semplice tecnologia terrestre".

La Popovich, quindi, affermava che cinque UFO provenienti da altrove si erano schiantati sulla Terra e non erano di fabbricazione umana.

Inoltre, la Popovich elencava i cinque luoghi in cui si erano schiantati gli UFO: Tunguska (territorio di Krasnoyarsk), Novosibirsk, Tallinn (Estonia), Ordzhonikidze (Ossezia del Nord) e Dalnegorsk (territorio di Primorye).

Anche la pluri decorata aviatrice russa è stata testimone di avvistamenti di UFO. Tra cui ricorda quello accaduto nel 1983.

In quell'anno era in escursione sul Pamir con la figlia Oksana (all'epoca quindicenne). Mentre erano in quelle zone, Oksana urla: "Guarda, voltati!".

Sopra la gola di Varzob era presente un oggetto rotondo, stazionario, luminoso.

Andarono quindi nella direzione dell'oggetto. Una volta avvicinatesi videro che l'UFO aveva la forma di un classico "piatto", che in pochi secondi scomparve dietro ad una collina.


http://www.nsk.kp.ru/daily/25722/2714260/

lunedì 11 luglio 2011

Ottobre 2011: arriva la pioggia di meteoriti

Occhio al cielo: l’appuntamento è per ottobre 2011 quando i Draconidi, meteoriti che orbitano presso la costellazione del Drago, entreranno nell’atmosfera terrestre creando quella che in termine tecnico viene definita “doccia di meteoriti”. Secondo la Nasa, però, non sarà un bello spettacolo, una cosina divertente che potremo guardare con gli occhi al cielo. Sarà un momento critico, invece, per il sistema satellitare mondiale, perchè i meteoriti potrebbero seriamente danneggiare gli impianti che orbitano intorno all’orbe terracqueo.
Le parole usate dal rapporto dell’agenzia spaziale americana sono tutt’altro che leggere. Sui media tecnologici e specializzati, viene riportata l’allarme.
La Nasa avverte che per l’ottobre dell’anno prossimo i Draconidi, una pioggia di meteoriti che capita ogni autunno, sarà catastrofica per la flotta dei satelliti, delle sonde e delle costruzioni umane che orbitano intorno alla Terra. Si prevede che saranno bombardate con un’intensità tale da poter coinvolgere seriamente la maggioranza dei dispositivi che circolano nello spazio. Sarà un bello spettacolo da vedere nelle nostre case ma un pericoloso evento per i satelliti.
I Draconidi orbitano effettivamente intorno alla terra ogni anno, in quel periodo; ma questa volta, raccontano le informazioni a disposizione, ci troveremmo davanti ad un picco di attività celeste.
La Nasa, continunano i media che parlano della vicenda – che, in realtà, appare già prevista almeno da un anno – avrebbe deciso di “riorientare” la stazione spaziale internazionale appunto per prevenire eventuali danni da meteoriti.
L’intensità di questa pioggia si prevede tanto forte che la Nasa sta già pensando di riorientare la Stazione spaziale internazionale per resistere al brutale impatto. La piattaforma monta uno scudo protettore per evitare questo tipo di bombardamento siderale, ma la potenza dei prossimi Draconidi porta a temere che non sarà sufficiente per sopportare gli impatti letali dei bolidi.
Altri fronti di rischio saranno la salvaguardia del telescopio spaziale Hubble, peraltro appena riparato dopo un periodo di inattività; e le “passeggiate spaziali”, che saranno proibite. E, aggiunge Space prefigurando gli scenari più apocalittici, potrebbero andare Ko tutti i dispositivi che contano sulla rete satellitare per il proprio funzionamento.
A parte il pericolo fisico che potrà provocare il bombardamento, le scariche elettrostatiche potrebbero friggere molti componenti elettronici vitali. Il caos che provocherà questa pioggia di bolidi, potrebbe essere enorme. Immaginiamo solo ciò che potrebbe succedere ai GPS, ai telefoni senza fili o alle Tv senza cavo.

http://www.giornalettismo.com/archives/130683/ottobre-2011-arriva-la-pioggia-di-meteoriti/